analisi-acquaAcqua = vita. Ogni organo vivente sul pianeta dipende da questo elemento fondamentale..

Acqua = vita. Ogni organo vivente sul pianeta dipende da questo elemento fondamentale del quale non può fare a meno.

Il corpo umano di un adulto è composto da circa il 65% di acqua, mentre quello di un neonato arriva a sfiorare l'80% (queste percentuali decrescono con l'incedere dell'età e si differenziano per sesso e peso del soggetto). Essa è un principio alimentare che non produce calorie e che non ha funzioni energetiche, ma è in assoluto il più importante e indispensabile per la vita.
Si sopravviverebbe per settimane senza mangiare, mentre non si resisterebbe più di qualche giorno senz'acqua. La perdita di una percentuale anche del 10% di questo vitale elemento comporta pericoli molto seri per il nostro organismo.
E' facile allora intuire l'importanza dell'acqua sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo per un perfetto funzionamento dell'organismo umano, per il mantenimento delle sue funzioni biologiche e delle strutture organiche.

Tutti i sistemi organici sono in contatto con l'acqua: quello circolatorio, urogenitale, respiratorio, digestivo, ma anche quello nervoso e sensoriale; ognuno di essi è a suo modo dipendente dall'acqua; ma anche il tessuto dipende da esso così come ogni piccola cellula è " acquadipendente ".
L'equilibrio tra la quantità d'acqua presente all'interno delle cellule e quella dei suoi costituenti inorganici (sali ed elettroliti) deve rimanere costante. Qualsiasi variazione per difetto o per eccesso può mettere in immediato pericolo di vita la cellula. Nel corpo umano, la quantità di acqua e di sali necessaria a mantenere intatto il patrimonio idrico cellulare è pari alla quantità d'acqua e di sali perduta giornalmente dall'organismo con i normali processi metabolici, con le urine, con i rifiuti intestinali, con il sudore e con la respirazione.
Generalmente lo stimolo della sete e il suo appagamento sono meccanismi sufficienti, in condizioni normali, a mantenere un sufficiente equilibrio idro-elettrolitico del nostro organismo.

L'IMPORTANZA DI QUESTO ELEMENTO NELLO SPORT
Essa inoltre è responsabile della termoregolazione del nostro corpo: evaporando sulla superficie cutanea e polmonare determina la perdita di circa il 25% del calore prodotto dal nostro corpo.Da ciò si intuisce che l'importanza di questo liquido per chi pratica sport è ancora più marcata. L'energia calorica prodotta dal lavoro muscolare deve essere dispersa, in quanto l'organismo lavora in modo ottimale solo in un range limitato di temperatura interna (37° ± 0.5°).

Innalzamenti di temperatura di circa 2° comportano già una diminuzione notevole di capacità di prestazione fisica e mentale. E' necessario che l'atleta possegga un meccanismo, in grado di mantenere il più possibile costante la sua temperatura interna, particolarmente efficiente: in altri termini egli deve anche allenare la termoregolazione.

Anche se esistono altri modi per abbassare la temeratura corporea , il meccanismo più efficace usato dall'atleta è certamente quello dell'evaporazione. A ciò si devono le abbondanti sudorazioni che sembrano stravolgere l'aspetto dello sportivo e che sono le vere responsabili dei sensibili cali di peso registrati da molti atleti dopo gare o allenamenti. Non bisogna però confondere la sudorazione con l'evaporazione, che è il vero artefice della termoregolazione, mentre l'altra è solo la prima fase del processo. Infatti quando per effetto dell'esercizio fisico la temperatura corporea sale, quasi immediatamente la quantità di sangue che arriva alla cute aumenta e le ghiandole sudoripare vengono stimolate ad emettere goccioline di sudore. Queste una volta all'esterno, se le condizioni climatiche lo permettono, evaporano e con ciò rubano calore al corpo. Se accade che l'ambiente esterno sia troppo umido o che sia scarsa la ventilazione, anche l'evaporazione è ostacolata e, come conseguenza, le ghiandole sudorifere continuano a produrre sudore nel tentativo, non efficace, di abbassare la temperatura, aumentando così la quantità di acqua e sali persi dall'atleta.

Occorre sottolineare subito il pericolo di un eccesso di sudorazione, ottenuto con l'uso di indumenti di nylon o plastica, a scopo dimagrante: il peso perduto si recupera entro 24 ore, mentre si blocca in questo modo, impedendo l'evaporazione del sudore, il meccanismo più efficace di termoregolazione corporea. Devono essere sempre disponibili quantità sufficienti di liquidi corporei per la regolazione della temperatura corporea; già con una perdita del 2% di liquidi (in un soggetto che pesa 70 Kg corrispondono ad 1.4 l) la capacità di prestazione di resistenza diminuisce notevolmente. Se si raggiunge il 5% abbiamo significative variazioni fisiologiche con: aumento della frequenza cardiaca, astenia, apatia, lipotimie, crampi muscolari ecc. Indipendentemente da ciò il metabolismo dei sali minerali stesso non è legato solo alla produzione di energia nei muscoli, ma anche a tutti i fenomeni legati all'insorgenza della fatica. Il mantenimento, peraltro difficile, di una composizione ionica costante dei liquidi corporei è uno dei presupposti della assenza di disturbi del metabolismo: la capacità di prestazione viene, infatti, notevolmente turbata già da piccole oscillazioni nell'equilibrio degli elettroliti tra i vari compartimenti dei liquidi corporei.

COME VIENE UTILIZZATA DAL NOSTRO ORGANISMO:

  • partecipa ai fenomeni digestivi facilitando il transito e la fluidificazione del chimo attraverso il tubo gastroenterico finché i nutrienti, in soluzione, passano attraverso la parete intestinale e vengono convogliati al sangue e alla linfa.
  • è il mezzo in cui hanno luogo le reazioni metaboliche; una volta avvenuto il metabolismo il sangue, che contiene circa il 92% di acqua, trasporta i prodotti residui catabolici dalle cellule agli organismi deputati all'escrezione: reni, polmoni, pelle.
  • consente il passaggio di sostanze dalle cellule agli spazi intracellulari e ai vasi e viceversa.
  • aiuta a regolare la temperatura corporea mediante la sudorazione e il vapor acqueo eliminato attraverso i polmoni.

Il fabbisogno di acqua non è costante ma varia con l'età; infatti il lattante deve assumere più acqua rispetto all'adulto, in rapporto al peso corporeo, perchè le attività metaboliche e la superficie corporea sono relativamente più elevate.
Per l'adulto è consigliabile un'assunzione di acqua proporzionata all'apporto calorico della razione alimentare: 1 ml di acqua per Kcaloria. Per il bambino necessitano ml 1.5 di acqua per Kcaloria.

Le perdite inevitabili in media (al giorno) sono costituite da: urine 500-1500 ml, feci 50-200 ml, aria espirata 400-600 ml, sudore (secrezione delle ghiandole sudoripare) da 100 ml a più litri, perspirazione (evaporazione attraverso la pelle) 500-1000 ml;

I bisogni sono di 30-40 ml/kg/giorno; sono coperti con il bere (1 litro o più), gli alimenti (1 litro) e con l'acqua endogena formatasi con i processi ossidativi (300 ml).

I MECCANISMI DELLA DISIDRATAZIONE:
Quando non si fornisce all'organismo la quantità giusta d'acqua e questo ne continua ad eliminare dalla pelle, dai polmoni e dai reni, siamo di fronte a perdite di acqua che, se non reintegrate, creano un aumento della concentrazione dei composti inorganici (sali e ioni) fra cellula e cellula. Per ristabilire l'equilibrio, le cellule rispondono a quest'eccessiva concentrazione esterna liberando acqua e provocando così la loro disidratazione.
Si realizza pertanto una perdita idrica pura, senza cioè una parallela perdita di elettroliti. In queste condizioni si crea uno stato d'allarme, vale a dire che l'organismo richiede acqua e nel frattempo cerca di compensarne in qualche modo la perdita. Quando l'acqua perduta raggiunge il 20% del peso corporeo, si avverte lo stimolo della sete e le urine diventano più concentrate: così si risparmia acqua e si eliminano gli elettroliti in eccesso dai distretti extracellulari.

Se non si introduce acqua nell'organismo entro breve tempo, va in funzione un ormone ipofisario, detto antidiuretico, che determina una netta riduzione dell'urina con l'intento di conservare il più possibile acqua all'organismo. Si crea così una situazione molto critica, con pericolo serio per la vita.

Un'opposta condizione di intossicazione da acqua della cellula, avviene in caso di eccessiva perdita di liquidi compensata in modo sbagliato. Quando si suda abbondantemente e si beve molta acqua senza che in essa siano presenti sufficienti quantità di elettroliti persi con la sudorazione, si riduce ancor di più la concentrazione dei sali negli spazi extracellulari, per cui l'acqua tende a penetrare nell'interno della cellula, al fine di equilibrare la concentrazione dei sali intra ed extracellulari; nonostante alcuni meccanismi di compenso, un eccesso di acqua può quindi provocare la morte della cellula.

L'ACQUA POTABILE...COSì ECONOMICA E PURA...
La legge, a questo proposito, è severissima. L'acqua potabile è disciplinata dal DPR n. 236/1988 e dai decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, che discendono da Direttive europee che hanno imposto dei requisiti molto rigorosi. L'acqua, per essere potabile, non solo non deve "contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana", ma non deve superare neanche determinati valori massimi di sostanze non propriamente nocive per la salute. Per altre sostanze e caratteristiche, inoltre, la legge prevede dei "parametri indicatori" il cui superamento pur non determinando necessariamente la non potabilità dell’acqua, impone una valutazione rimessa alle autorità sanitarie (le ASL), le quali potranno disporre "che vengano presi provvedimenti intesi a ripristinare la qualità dell’acqua".
Così, se il ferro supera il valore di 200 microgrammi per litro (un microgrammo è un milionesimo di grammo) o il manganese 50 microgrammi, le autorità sanitarie potranno ordinare all’azienda che gestisce l’acquedotto di predisporre trattamenti per abbassare tali valori.
Ferro e manganese non sono nocivi alla salute anche se superano un po’ i valori prescritti, anzi possono essere utili all’organismo, ma siccome l’acqua potabile viene utilizzata da tutti i consumatori senza che essi abbiano la possibilità di scegliere l’acqua che esce dal rubinetto, la legge ha previsto dei limiti di intervento per cercare di accontentare ogni gusto ed esigenza.
Vi sono invece sostanze per le quali sono prescritti valori massimi che non possono essere assolutamente superati, altrimenti l’acqua è dichiarata non potabile. Si tratta di sostanze nocive o indesiderabili e i valori massimi consentiti sono bassissimi e del tutto precauzionali, come si può vedere nella tabella.

Sostanze

Valore massimo
(microgrammi/litro)

Arsenico

10

Benzene

1

Benzo (a) pirene

0,01

Boro

1

Cadmio

10

Clorito

200

Cromo

50

Cianuro

50

Fluoruro

1,5

Mercurio

1

Nichel

20

Nitrati

50

Nitriti

0,5

Piombo

10

Selenio

10

Vanadio

50

CONSIGLI PER BERE L'ACQUA POTABILE CON IL MASSIMO DEL PIACERE:

  • Prima di berla lasciare sempre scorrere l'acqua, soprattutto se il rubinetto non è stato utilizzato per parecchio tempo. In questo modo viene eliminata l'acqua "stagnante" nelle tubature - nel bicchiere deve arrivare solo acqua nuova e fresca direttamente dall'azienda idrica.
  • Dopo le vacanze o quando si entra in una casa per le vacanze dopo molto tempo è opportuno sciacquare a accuratamente i rubinetti lasciando scorrere l'acqua.
  • L'acqua dovrebbe essere bevuta per quanto possibile appena prelevata dal rubinetto, solo così ha il sapore migliore.

ACQUA MINERALE E ACQUA POTABILE, LE DIFFERENZE:
Più della metà delle acque minerali in commercio non offrono nulla in più rispetto all'acqua potabile e sei di esse contengono addirittura sostanze indesiderate. La notevole differenza sta invece nei prezzi, la nostra acqua potabile è mille volte più economica.
Bere acqua minerale in effetti non ha senso dal punto di vista ecologico: dall'imbottigliamento e l'imballaggio fino agli innumerevoli percorsi che una bottiglia fa, molta è l'energia che viene sprecata con il conseguente danno per l'ambiente. Con questi svantaggi l'acqua minerale dovrebbe offrire qualcosa di più che quella del rubinetto. Si consiglia quindi di bere acqua minerale che abbia effettivamente un elevato contenuto di minerali, altrimenti bevete quella dal rubinetto se potabile.

CIO' CHE CONTRADDISTINGUE UN ACQUA MINERALE:
Perché un'acqua possa essere definita "Acqua minerale naturale" essa deve essere ricavata, al contrario dell'acqua potabile, da sorgenti naturali o falde acquifere sotterranee con particolare cura. Essa deve presentare un'origine geologica particolare ed un contenuto di minerale costante.
All'acqua minerale naturale non possono essere aggiunti o sottratti minerali. E' invece possibile effettuare aggiunte o sottrazioni di biossido di carbonio (anidride carbonica). Per questo motivo spesso sono disponibili tre versioni provenienti dalla stessa sorgente: la versione non gassata (senza anidride carbonica), quella leggermente frizzante e quella molto frizzante (con molta anidride carbonica).
Le acqua minerali di sorgenti diverse si differenziano principalmente per il diverso contenuto di minerali.


LA CONFUSIONE SULLE ETICHETTE:
Spesso sulle etichette delle acque minerali vengono elencati dieci o più minerali. Questo eccesso di informazioni invece di informare i consumatori li confonde. Solo il calcio (Ca), il magnesio (Mg) e il fluoruro (F) sono presenti nelle acque minerali in quantità tali da avere un effetto positivo sulla salute. Significative sono inoltre l'indicazione relativa al solfato (più di 800 milligrammi per litro possono avere un effetto lassativo), quella relativa al sodio (troppo fa male) e quella relativa al nitrato (meno è e meglio è).
Naturalmente deve anche essere indicato il contenuto di anidride carbonica (assente, poca o molta).
Da evitare sono anche le etichette sulle quali è indicato esclusivamente il contenuto complessivo di minerali. Il dato sul contenuto complessivo di minerali di per sé non dice nulla di significativo, esso potrebbe ad esempio essere elevato solo a causa di un indesiderato elevato contenuto di sodio. Avrebbe senso invece indicare solo i più importanti minerali con l'avvertenza che elevati contenuti di calcio e magnesio sono nutrizionalmente importanti.

I TIPI DI ACQUA MINERALE SONO CINQUE:

  1. totalmente degassata: se l'anidride carbonica presente alla sorgente è stata eliminata: in tal caso l'acqua viene chiamata piatta o non gassata.
  2. Parzialmente gassata: se l'anidride carbonica libera presente alla sorgente è stata eliminata solo in parte conservando così, anche se in minor misura, la caratteristica delle bollicine.
  3. Rinforzata col gas della sorgente: qualora al gas naturale dell'acqua alla sorgente sia stata aggiunta altra anidride carbonica proveniente dalla stessa falda acquifera.
  4. Aggiunta di anidride carbonica: qualora all'acqua minerale sia stata aggiunta dell'altra anidride carbonica ma non proveniente dalla stessa falda acquifera.
  5. Naturalmente gassata o effervescente naturale: qualora la quantità di anidride carbonica sia uguale a quella della fonte.

COMPONENTI DI UN ACQUA MINERALE DI ELEVATE QUALITA':
Se si vuole che l'acqua minerale fornisca effettivamente un contributo per una alimentazione sana, essa deve contenere soprattutto i seguenti minerali:

  • Calcio: questo minerale è necessario al corpo per la struttura delle ossa e dei denti, nonché per la coagulazione del sangue e l'attività muscolare. Il fabbisogno giornaliero è di circa 800 mg, ricchi di calcio sono anche i latticini, il cavolo, i legumi e le mandorle.
  • Magnesio: il nostro corpo ha bisogno di magnesio per formare le ossa e molti enzimi (proteine). Il magnesio evita i crampi muscolari e protegge dall'infarto cardiaco. Gli adulti hanno un fabbisogno giornaliero di circa 500 mg. Il magnesio è presente inoltre nei cereali, nelle noci e nei legumi.
  • Fluoro: soprattutto nei giovani il fluoro ha un effetto anticarie e protegge quindi i denti. Il fabbisogno giornaliero è di circa 1 mg.
  • Il solfato stimola le vie biliari e l'attività intestinale. Esso può quindi aiutare la digestione e in elevate concentrazioni avere un effetto lassativo. Chi ha la tendenza ad avere la diarrea dovrebbe quindi bere acqua ricca di solfato con moderazione!

Minerali indesiderati:

  • Sodio: il consumo di sale da cucina copre abbondantemente il nostro fabbisogno di sodio. Un elevato contenuto di sodio nell'acqua minerale o nell'acqua potabile è indesiderabile ai fini di una alimentazione sana ed equilibrata. Il nitrato è un minerale dannoso.
  • Il nitrato può essere trasformato dal nostro corpo in nitrito e quindi in nitrosamine che possono avere un effetto cancerogeno.

COME "LEGGERE" LE ETICHETTE DELL'ACQUA MINERALE IN COMMERCIO:
Le acque minerali sono commercializzate in contenitori che riportano etichette con numerose informazioni. Per la lettura di un'etichetta, occorre ricordare che la composizione di un'acqua minerale è definita da 48 parametri che costituiscono un insieme di sostanze che vengono sottoposte ad analisi per verificarne la qualità. La tipologia di questi parametri è definita dal Decreto n. 542/92 (modificato con il recente Decreto 31 maggio 2001), che stabilisce la ricerca e la determinazione sia dei componenti principali delle acque, sia dei possibili contaminanti.

Cosa troviamo scritto sull'etichetta:

  1. Nome dell'acqua minerale naturale
    Ogni etichetta deve sempre indicare il nome dell'acqua numerale naturale.
  2. Luogo di origine
    Località ove l'acqua minerale naturale viene imbottigliata.
  3. Termine minimo di conservazione ( t.m.c.)
    E' la data fino alla quale il prodotto mantiene le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
  4. Lotto
    Indicazione che consente di individuare la partita del prodotto e la sua linea di imbottigliamento, ai fini della rintracciabilità.
  5. Analisi chimica
    Riporta gli elementi caratteristici di ciascuna acqua minerale naturale, espressi in milligrammi/litro. Per significato di ogni componente (vedi capitolo l'acqua per voi).
  6. Classificazione
    E' in ragione del residuo fisso.
  7. Microbiologicamente pura
    Attesta l'assenza di germi pericolosi per la salute e indicatori di inquinamento ma non esclude la presenza di una certa flora microbica naturale e tipica a dimostrazione che l'acqua minerale naturale non è stata trattata.
  8. Qualità salienti
    Sono riportate le proprietà favorevoli approvate dal Ministero della Salute.
  9. Contenuto
    Indica il contenuto netto di acqua minerale naturale nel contenitore. La "e" sta ad indicare che si tratta di un volume a norma europea.
  10. Codice a barre
    Fornisce indicazioni leggibili per rilevatori elettronici riferibili al produttore e all'articolo venduto presso la distribuzione.
  11. Dicitura ambientale
    Frase o disegno che invita a non disperdere il contenitore nell'ambiente dopo l'uso.
  12. Indicazioni per la corretta conservazione del prodotto

IL SIGNIFICATO DI CIO' CHE E' SCRITTO SULL'ETICHETTA:

  • Residuo fisso
    I componenti principali (talvolta chiamati macrocostituenti o sali disciolti) delle acque minerali sono: sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati e bicarbonati. Talvolta anche i nitrati fanno parte dei componenti principali ma la loro presenza a certi livelli di concentrazione non costituisce un buon segno.
    Le acque minerali si differenziano fra loro per il diverso contenuto di queste sostanze: avremo acque con contenuto di sali elevato, medio e basso. E' il residuo fisso il parametro che esprime il quantitativo dei sali disciolti in un'acqua (mineralizzazione). Sulle etichette è sempre riportato il Residuo fisso a 180 °C: questo valore corrisponde alla parte solida che rimane, dopo aver evaporato alla temperatura di 180 °C, un litro di acqua. Nelle acque minerali il residuo fisso costituisce un parametro di notevole importanza perché permette di classificare le acque minerali e di scegliere le acque in base alle varie esigenze. La classificazione prevista dal Decreto Lgs. 105/92 è la seguente:
    minimamente mineralizzata: fino a 50 mg/L
    oligominerale o leggermente mineralizzata: da 50 a 500 mg/L
    ricca di sali minerali: oltre 1500 mg/L
    Non esiste una dizione per l'intervallo 500 - 1500 mg/L: nello spazio lasciato da questa che sembra una dimenticanza si potrebbe introdurre la definizione "mediamente mineralizzata".
  • pH
    Il pH è un modo per misurare quanto un'acqua è acida (caratteristiche dell'aceto e del limone) o basica (caratteristiche della soda); ad esempio l'aceto ha pH (circa) 4, il limone 3, mentre una soluzione di bicarbonato di sodio (circa) 9. Il pH dell'acqua distillata e priva di anidride carbonica disciolta è 7,00 a 25 °C. Questo valore di pH definisce la condizione di neutralità; pH inferiori a 7 indicano condizioni di acidità, superiori di basicità. Il pH delle acque minerali naturali è generalmente compreso tra 6,5 e 8,0 ma in certe acque termali si registrano anche valori inferiori a 5 per caratteristiche legate alla geologia del territorio; queste acque sono usate a scopo curativo e non sono di interesse per un comune impiego come acque da tavola.
  • Conducibilità elettrica
    I sali disciolti nell'acqua consentono il passaggio della corrente elettrica perché sono in forma ionica, cioè dotati di una o più cariche elettriche: nell'acqua avremo ioni sodio, ioni potassio, ioni solfato e altri. Poiché si riscontra un aumento della conducibilità elettrica in modo proporzionale alla quantità delle sostanze disciolte, questo è un parametro utile per ottenere una misura, seppur approssimata, del contenuto di sali disciolti in un'acqua minerale. L'acqua molto "pura" (distillata, deionizzata, ecc.) presenta una conducibilità elettrica molto bassa (circa 1 microsiemens per cm - µS/cm). La conducibilità dipende dalla temperatura e quindi occorre riportare i valori misurati a quelli teorici che si avrebbero ad una temperatura di riferimento di 25 °C (oppure di 18 °C o 20 °C). La misura della conducibilità elettrica costituisce un metodo indiretto, seppur approssimato, per ricavare il residuo fisso di un'acqua. La maggior parte delle acque minerali commercializzate presenta conducibilità elettrica compresa fra 100 e 700 µS/cm.
  • Durezza
    La durezza è connessa al contenuto di calcio e magnesio ed è espressa in gradi francesi: 1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di carbonato di calcio. Il termine "durezza" è stato usato in passato per quantificare la capacità di un'acqua a causare la precipitazione di composti insolubili di calcio e magnesio dai corrispondenti saponi alcalini usati come detergenti. In origine il concetto di durezza esprimeva quindi la maggiore o minore capacità di un'acqua nel produrre schiuma quando veniva addizionata di una certa quantità di sapone: la presenza di calcio e magnesio ne riduce infatti la formazione e quindi limita il "potere lavante" dell'acqua. Per questa ragione nelle macchine per lavaggio vengono impiegati sistemi di "addolcimento" per portare l'acqua a valori di durezza non superiori a 5-10 °F. Vi sono diverse scale di classificazione della durezza delle acque che quasi mai sono in accordo; fra queste si può riportare la seguente:
    leggere o dolci: durezza inferiore a 15 °F;
    mediamente dure: durezza compresa tra 15 e 30 °F;
    dure: durezza superiore a 30 °F.
    Si tenga presente che non esiste un valore limite per la durezza né per le acque minerali, né le acque potabili, ma un intervallo consigliato per queste ultime compreso fra 15 e 50 °F a dimostrazione che tutte le persone sane e di qualunque età possono bere acque con tali valori di durezza. Una durezza media o elevata potrà determinare variazione nel gusto dell'acqua, ma non problemi sanitari.

GUIDA ALLA SCELTA IN FUNZIONE DELLE ESIGENZE:

  • Minimamente mineralizzate. Il tenore di sali minerali non è superiore a 50 mg/l Per particolari indicazioni come per esempio la ricostituzione di latte per l'infanzia.
  • Oligominerali. Il tenore di sali minerali non è superiore a 500 mg/l Azione diuretica , azione antispastica etc.
  • Ricca in sali minerali.Il tenore di sali minerali, è superiore a 1500 mg/l Indicate negli stati di carenza di calcio e magnesio ed altri minerali
  • Contenente bicarbonato. Il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/l Azione anti -infiammatoria per le acque bicarbonato-alcaline , di facilitazione dei processi digestivi ed antispastica per le acque bicarbonate-calciche.
  • Solfata. Il tenore di solfati , è superiore a 200 mg/l Effetto antispastico , antinfiammatorio, indicate nelle malattie dell'apparato digerente e delle vie biliari; gastriti croniche aspecifiche, colon irritabile, stipsi cronica semplice, litiasi epatica, discinesi delle vie biliari etc
  • Calcica. Il tenore di calcio , è superiore a 150 mg/l Un uomo adulto ha circa 1000-1200 grammi di calcio nel corpo ( 800-900 gr la donna) di cui il 90% come riserva nello scheletro, il rimanente all'interno delle cellule e nel fluido extracellulare. Quantità raccomandate nella dieta giornaliera in vari paesi 800-1000 mg/die. Indicata nella prevenzione dell'osteoporosi e dell'ipertensione
  • Magnesiaca. Il tenore di magnesio , è superiore a 50mg/l Il Magnesio è il quarto ione più importante nell'organismo umano ed il secondo, dopo il potassio all'interno delle cellule. Effetto antispastico , antiflogistico indicata nelle malattie dell'apparato digerente (stipsi cronica) ed in carenza di magnesio.
  • Ferruginosa, o contenente ferro Il tenore di ferro bivalente , è superiore a 1 mg/l Indicata nelle anemie da carenza di ferro.
  • Acidula. Il tenore di anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l Indicata nelle gastropatie croniche aspecifiche ipersecernenti
  • Sodica. Il tenore di sodio è superiore a 200 mg/l Indicata in stati di carenze specifiche
    Acque a basso contenuto di sodio Il tenore di sodio , è inferiore a 20 mg/l Indicate per le diete povere di sodio

I COMPONENTI PRINCIPALI DELLE ACQUE MINERALI:

  • Sodio
    E' un elemento molto diffuso sulla crosta terrestre ed è uno dei costituenti base di molti tipi di rocce. E' sempre presente nelle acque minerali principalmente a causa dell'elevata solubilità. Nelle acque il sodio deriva dalla lisciviazione dei depositi superficiali e sotterranei di sali, dalla alterazione dei minerali silicei, dalle intrusioni di acqua marina negli acquiferi di acqua dolce; apporti, infine, molto contenuti, ma comunque evidenti in alcune acque, sono dovuti alla pioggia che contiene, in certe aree, aerosol marino.
    Il sodio è un elemento molto importante nel metabolismo umano (il fabbisogno giornaliero è circa 4 grammi). Se le acque con contenuto elevato di questo elemento non sono consigliate alle persone affette da malattie cardiovascolari, non c'è comunque motivo di pubblicizzare in modo eccessivo quelle acque a basso contenuto di sodio, come se questo fosse il componente delle acque più a rischio per l'organismo umano. Si tenga infine presente la necessità di reintegrare questo elemento nell'organismo, specialmente durante il periodo estivo quando la sudorazione è abbondante.
  • Potassio
    Il potassio proviene per lo più dai principali silicati costituenti le rocce magmatiche o argillose. Le quantità che normalmente si riscontrano nelle acque minerali di media mineralizzazione sono basse, spesso intorno a 1 mg/L. Poiché è un elemento indispensabile per l'organismo umano e spesso in bassa quantità nella maggior parte delle acque (minerali e potabili), non è stato definito un limite per l'assunzione di questo elemento dalle acque.
  • Calcio
    Il calcio è un elemento molto abbondante ed è presente in molti minerali costituenti la crosta terrestre. Quantità elevate di calcio nelle acque indicano generalmente la provenienza da rocce come calcari (carbonato di calcio) e dolomie (carbonato doppio di calcio e magnesio). Nelle acque minerali i valori di calcio che più frequentemente si riscontrano sono compresi fra 50 e 150 mg/L. Quando il tenore di calcio è superiore a 150 mg/L l'acqua può essere definita "calcica". Il calcio è un elemento necessario per la formazione dei denti e del tessuto osseo; le acque calciche sono consigliate sia durante la gravidanza, sia in età avanzata per combattere l'osteoporosi. Anche nel caso di malattie cardiovascolari non ci sono controindicazioni all'impiego di acque contenenti calcio.
  • Magnesio
    Anche il magnesio è un elemento diffuso in molti minerali della litosfera. Concentrazioni elevate si riscontrano nelle acque che hanno un lungo tempo di residenza in acquiferi costituiti da sabbie e ghiaie contenenti dolomia o da ofioliti (rocce vulcaniche formatesi in ambiente marino). In questi casi si raggiungono valori fino a 100 mg/L. Quando il tenore di magnesio supera il valore di 50 mg/L l'acqua si definisce "magnesiaca". Non vi sono controindicazioni all'impiego di acqua con magnesio in quantità ragionevolmente più elevata, anche se quantità molto alte possono determinare proprietà purgative. L'organismo umano necessita di almeno 500 mg di magnesio al giorno. Acque magnesiache trovano impiego nella prevenzione dell'arteriosclerosi perché determinano una sensibile dilatazione delle arterie.
    I componenti principali delle acque minerali :Anioni
  • Cloruri
    I cloruri sono presenti in tutte le acque fluviali, lacustri e sotterranee grazie alla mobilità e solubilità di questo ione. In acque sotterranee, generalmente, si possono riscontrare concentrazioni da pochi mg/L fino a 1000 mg/L; quantità più elevate sono presenti nelle acque che vengono in contatto con rocce evaporitiche (salgemma). Non esiste un valore limite per le acque minerali, comunque valori superiori a 200 mg/L determinano il sapore salato dell'acqua. Le acque ricche in ioni cloruro facilitano la secrezione gastrica.
  • Solfati
    I solfati sono presenti in tutte le acque fluviali, lacustri e sotterranee; in certe acque sotterranee si possono riscontrare concentrazioni da pochi mg/L fino 1500 mg/L e oltre; quantità più elevate si osservano nelle acque che vengono a contatto con sedimenti evaporitici a gesso. In Toscana, dove è presente una notevole variabilità geologica, si verificano frequenti situazioni che determinano la circolazione di acque con solfati, spesso in concentrazione elevata e superiori a quel valore di 200 mg/L che definisce le acque minerali "solfate". Quando i solfati sono associati al magnesio e sono in quantità piuttosto elevate, le acque possono manifestare proprietà purgative. Recenti studi negli USA indicano che queste caratteristiche si manifestano con concentrazioni di solfati maggiori di 1000 mg/L, valori quasi mai raggiungibili nella maggior parte delle acque minerali del nostro Paese.
  • Bicarbonato
    Il bicarbonato (chiamato anche idrogenocarbonato) proviene per lo più dalla dissoluzione di rocce calcaree e dolomitiche, ma anche da rocce silicatiche, per azione dell'acqua piovana di infiltrazione, spesso ricca di anidride carbonica. Quando il tenore del bicarbonato è superiore a 600 mg/L sull'etichetta può essere riportata la seguente indicazione "Contenente bicarbonato". Le acque contenenti bicarbonato, bevute durante i pasti stimolano la secrezione gastrica facilitando la digestione.
  • Fluoruri
    Il fluoro è un elemento indispensabile per l'organismo umano in quanto è un costituente dei denti e delle ossa; tuttavia quantità elevate di fluoruri introdotte con le acque e gli alimenti possono indurre formazione di chiazze scure nella dentatura e alterazione del processo di calcificazione delle ossa (fluorosi). Mentre per le acque di acquedotto esiste un valore limite (1,5 mg/L), al momento questo non è previsto per le acque minerali. Le acque minerali con contenuto di fluoro superiore ad 1 mg/L possono riportare la seguente indicazione "fluorata" o "contenente fuoro".
  • Nitrati
    I nitrati sono presenti in tutte le acque per fenomeni naturali (in questo caso gli apporti sono sempre molto modesti), ma soprattutto per conseguenza di attività umane. Composti azotati, successivamente trasformati in nitrati, si formano nell'atmosfera per azione delle scariche elettriche. Con la pioggia penetrano nel suolo e raggiungono le acque sotterranee. Altri fenomeni naturali (nitrificazione delle sostanze vegetali) concorrono alla produzione di nitrati. Quantità elevate di nitrati nelle acque sono imputabili all'azione dei fertilizzanti azotati: dopo lo spargimento sul terreno essi vengono dilavati dalle piogge e trasferiti nelle acque superficiali o infiltrati in quelle sotterranee. Nelle acque minerali, per i nitrati sono previsti due differenti limiti: 45 mg/L nelle ordinarie acque minerali e 10 mg/L in quelle destinate all'infanzia.
  • Elementi in traccia
    Talvolta sulle etichette compare la scritta Elementi in traccia seguita da una serie di elementi mancanti del valore relativo alla loro quantità per litro. Informazioni riportate in questo modo aggiungono ben poco alla conoscenza della composizione dell'acqua, in quanto a livello di bassissime quantità, nell'acqua si può trovare la quasi totalità degli elementi costituenti la crosta terrestre.
    Per elementi in traccia si intendono sia gli elementi presenti in minime quantità come litio, bario, stronzio (sempre presenti nelle acque naturali), ma anche i metalli pesanti come piombo, cadmio, nichel, mercurio ed altri. Fra gli elementi in traccia vi sono sia quelli essenziali all'organismo umano (ad esempio, come componenti di enzimi), sia quelli tossici: pertanto è di interesse la loro determinazione analitica.

    Si ricorda che alcuni elementi (rame, selenio, cromo, ecc.) sono essenziali quando sono assunti in bassi quantitativi nell'organismo umano, ma diventano tossici quando sono introdotti in quantità elevate in quanto la dose efficace a livello fisiologico è, per alcuni di questi, molto vicina alla dose tossica; inoltre, altri elementi (piombo, mercurio e altri) non sembrano avere alcuna funzione biologica.
    Metalli e altri elementi di natura non metallica, sia essenziali che tossici, sono inseriti nell'elenco riportato nell'articolo 6 del Decreto 542/92 e classificati come sostanze contaminanti o indesiderabili; essi, generalmente, sono presenti nelle acque minerali in quantità molto basse, certamente inferiori ai rispettivi valori limite riportati nel citato articolo, altrimenti l'acqua minerale non potrebbe essere messa in commercio. Una loro eventuale indicazione su un'etichetta accompagnata dai rispettivi valori della concentrazione, potrebbe essere di interesse per capire quanto tali quantità sono al di sotto dei valori limite, mentre la serie di elementi in traccia non accompagnata dai rispettivi quantitativi, riportata su alcune etichette, è da ritenersi del tutto inutile.

DISTINZIONE DELLE ACQUE MINERALI: (A cura del Dott. Andrea Ferella):
La distinzione principale si può operare in base alla quantità ed alla qualità dei Sali contenuti. Ogni sale, infatti ha un azione specifica sulla salute in rapporto alla dose. In base alla quantità totale di Sali (indicata in etichetta come "residuo fisso a 180 gradi"), le acque minerali vengono distinte per legge in Italia in quattro categorie.

  • Acque minimamente mineralizzate: Sali inferiori a 40 mg/l. Rappresentano circa il 9% delle acque minerali italiane in commercio e sono quelle con il minor contenuto assoluto di Sali e quindi il loro assorbimento per via gastrica è rapidissimo. Queste acque determinano un marcato aumento dellea diuresi e trovano la loro principale indicazione nella cura della calcolosi delle vie urinarie.
  • Acque oligominerali o leggermente mineralizzate: Sali non oltre i 500 mg/l.
    Le due categorie raggruppano le acque leggere, diventate di mode negli ultimi anni, perché si abbina il termine leggero ai cibi leggeri e alla facilità di digestione. La realtà è più semplice, infatti la scarsa presenza di Sali rende queste acque adatte al consumo quotidiano anche in quantità maggiori. Sono caratterizzate oltre che da una dirotta concentrazione di mineralizzatori, da una scarsa presenza di metalli pesanti, di oligoelementi e da una quantità piè o meno grande di gas discolti. Le oligominerali rappresentano il 56% delle acque minerali italiane in bottiglia e sono contraddistinte da una immagine di leggerezza e da una nota azione diuretica. L'effetto principale di queste acque è infatti quello di favorire la diuresi e trovano indicazione elettiva nella prevenzione della calcolosi renale.
  • Acque minerali: Sali tra 500 e 1500 mg/l. L'uso quotidiano di acque minerali con oltre 1000 mg/l di residuo fisso può portare un eccesso di sali nella dieta, specie per quanto riguarda il Sodio (controindicato per gli ipertesi). Per questo gli esperti consigliano di alternarle con acque oligominerali. Rappresentano il 24% delle acque attualmente in commercio. Una loro distinzione classificativa dalle acque oligominerali ha uno scarso valore biologico e terapeutico se non accompagnata da una suddivisione qualitativa. L'azione di queste acque è analoga a quella delle acque oligominerali, sebbene l'effetto diuretico diminuisca progressivamente con l'aumentare del residuo fisso La maggior parte delle acque mineralizzate è ricca di bicarbonati e presentano attività ed indicazioni intermedie tra acque oligominerali e acque ricche di Sali minerali.
  • Acqua "ricca di Sali minerali": Sali oltre i 1500 mg/l. Sono sconsigliate per il consumo quotidiano. Di solito si usano a scopo terapeutico per l'elevata presenza di sodio, solfati, potassio, magnesio ed altri Sali. Solo l'11% delle acque minerali italiane in commercio rientra in questo gruppo e sono acque che superano il valore massimo ammissibile di residuo fisso previsto dalla legge per la comune acqua potabile. In questo gruppo dove le anomalie compositive sono sovente la regola rientrano le più note acque medicamentose. L'assunzione di queste acque per uno scopo terapeutico preciso, andrebbe fatt sotto diretto controllo del medico e ciò al fine di evitare un uso improprio e la conseguente comparsa di effetti indesiderati (es. un azione purgativa esagerata, rischi nell'ipertensione arteriosa, nella calcolosi, ecc..)

L'ACQUA NELLO SPORTIVO:
nell'atleta calcolando i vari fattori che contribuiscono al dispendio energetico (il metabolismo basale, le normali attività fisiche, gli impegni lavorativi), si deve considerare il costo energetico legato all'attività sportiva praticata, distinguendo lo sport agonistico da quello amatoriale. Chi svolge attività sportiva, necessita di una attenta e studiata dieta alimentare, che tenga conto sia dello stato di salute fisico che psichico, in relazione all'impegno funzionale e metabolico che l'organismo deve affrontare. Un regime dietetico valido terrà quindi conto delle spese energetiche che la disciplina sportiva praticata prevede ed in base alle quali dovrà essere personalizzato, considerando inoltre variabili quali: intensità, durata, clima, temperatura, ecc… Con la sudorazione abbondante vengono persi anche elettroliti come cloro, sodio e potassio (la cui carenza provoca contratture muscolari); lo sforzo fisico prolungato induce inoltre uno stato di acidosi metabolica. Tali modificazioni vengono parzialmente compensate dall'organismo, ma possono richiedere un accresciuto apporto di Sali minerali e di bicarbonati. Un intelligente alimentazione dello sportivo deve essere programmata in base ai tre momenti di impegno fisico che l'atleta vive, precisamente:

1. L'alllenamento o momento di preparazione
2. La competizione o momento agonistico puro
3. Il post gara o momento di recupero dele condizioni psicofisiche.

  1. Per quanto concerne la quota idrica è da consigliare un volume di acqua giornaliero di 1,5 litri con le caratteristiche di una bicarbonato-alcalino-terrosa (dato il biochimismo della fatica) da consumarsi nell'intervallo tra i pasti, mentre uno o due bicchieri di acqua non gasata saranno consumati durante i pasti (per non diluire i succhi gastrici e rendere più lenta la digestione)
  2. Il Giorno della competizione è da suggerire un buon consumo di acqua minerale, da assumersi a temperatura ambiente ed a piccoli sorsi; si sconsiglia di bere troppo durante la gara, e di assumere bevande ghiacciate, gasate o con forti quantità di Sali minerali. Almeno un ora e mezza o due ore prima della gara, in maniera da creare condizioni favorevoli all'eliminazioni di metabolici tossici prodotti dalla fatica fisica è consigliabile dare inizio al consumo con piccoli sorsi ed a temperatura ambiente di circa 500-700 ml di acqua con residuo fisso di almeno 500 mg/l, con prevalenza ionica bicarbonato alcalino terrosa, addizionata di circa 35 g di glicerina, che permette di trattenere più a lungo l'acqua nell'organismo; questo accorgimento risulterebbe utile soprattutto in previsione di gare che comportino abbondante sudorazione (maratone).
  3. L'assunzione di liquidi ha lo scopo di favorire l'eliminazione delle scorie azotate e correggere l'acidosi determinata dalla fatica muscolare, ed a questo proposito ed anche per reintegrare le perdite idriche si consiglia di bere 2-2,5 litri di acqua a media mineralizzazione bicarbonato alcalina. (Dott. Andrea Ferella )

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